San Valentino conosciuto anche come San Valentino da Terni, sua città natale.

Un giorno feriale e lavorativo sul calendario, trasformato tuttavia in un giorno rosso da incarti di regali, cuori e addobbi delle vetrine, per citarne solo alcuni. San Valentino è ormai una festa, allo stesso tempo, odiata e apprezzata da tutti.

Non è necessario prendere una posizione al riguardo e si può tranquillamente rimanere con un piede in due scarpe ma proviamo a farlo con consapevolezza.

Partiamo con la storia del Santo Valentino che, nato a Terni da una famiglia patrizia, fu convertito al cristianesimo e fatto vescovo a soli ventuno anni. Nell’epoca delle persecuzioni romane tuttavia, l’imperatore Claudio II chiese al giovane di sospendere le celebrazioni religiose e di fede. Questi, di contro, non solo rifiutò la richiesta ma tentò di convertire l’imperatore che decise così di mandarlo da una nobile famiglia patrizia, per limitarne la popolarità tra i fedeli.

L’esilio non fermò Valentino; proprio in questo punto della storia troviamo il fulcro principale della nota leggenda. Secondo varie fonti sembra che Valentino decise di celebrare un matrimonio scomodo all’imperatore Aureliano in quanto sanciva l’unione tra una fanciulla cristiana (Serapia) e un legionario romano, dunque, pagano, (Sabino). La celebrazione dovette essere frettolosa a causa della grave malattia della giovane.

La triste storia ha fine il 14 febbraio 273 con la morte dei due giovani proprio durante la decapitazione di Valentino lungo la via Flaminia, lontano dalla protezione dei fedeli. Più tardi le sue spoglie vennero sepolte a Terni.

A questa leggenda si unisce un altro racconto legato agli antichi riti pagani. Il 15 febbraio venivano celebrati i Lupercalia, festeggiamenti selvaggi dedicati al dio della fertilità Luperco. La giornata prevedeva passeggiate di giovani nudi e rituali di frustate alle matrone romane che vi si offrivano per portare il buono auspicio in una prossima gravidanza.

Terminiamo con l’unire le due narrazioni: nel 496 d.C. l’allora Papa Gelasio I spostò i Lupercalia al giorno 14 febbraio e li dedicò al Santo Valentino. Così con accezione maggiormente religiosa i festeggiamenti pagani furono convertiti in una festa dell’amore e San Valentino da allora divenne ufficialmente il Santo protettore dell’amore.