Il Giorno del Ringraziamento prende il nome dalla letterale traduzione del termine inglese Thanksgiving Day.

Parliamo di una delle festività più importanti per gli americani che risale ad una celebrazione avvenuta nel novembre del 1621.

Ne parliamo perché quella che per noi è una delle trovate più commerciali e d’industria del continente oltreoceano, in realtà possiede una tradizione secolare e piuttosto religiosa.
Già dal nome è intuibile che abbia a che fare con la gratitudine.

Ma partiamo dal 1620 e dalla Mayflower, la nave che ha trasportato circa un centinaio di pionieri attraverso l’Oceano Atlantico.

La storia racconta che i Padri Pellegrini, perseguitati in patria per la loro adesione ad un cristianesimo calvinista, decisero di abbandonare l’Inghilterra e affidarsi al Nuovo Mondo.

Quando arrivarono, nel mese di novembre, si trovarono di fronte a un territorio inospitale e dal clima rigido al quale i Pellegrini non erano preparati.
Questi infatti avevano portato dei semi dalle terre inglesi che però non produssero i frutti necessari per sostenere la popolazione che durante l’inverno si dimezzò.

La situazione rischiava di ripetersi anche l’anno successivo se non avessero ricevuto gli aiuti necessari dai nativi americani che diedero loro consigli sui prodotti da coltivare e gli animali da allevare.

Dopo i primi tempi duri, i Pellegrini ricevettero in cambio del dedicato lavoro, un abbondante raccolto.
Così per ringraziare Dio diedero una festa alla quale invitarono anche i nativi in segno di gratitudine per l’aiuto dato loro.

I prodotti da coltivare e gli animali da allevare in quel nuovo territorio, gli stessi che stasera saranno i protagonisti delle tavole americane e di qualche tavola europea, sono proprio tacchino, patate e granturco.

 

 

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