Tuttavia, riposti gli sci in garage, non ci scoraggiamo e valutiamo cosa fare visto che abbiamo a disposizione tutta la giornata.
I suoi pendii erbosi rendono consigliabile affrontare la salita in autunno o in primavera inoltrata, ma come dicevo la situazione in dolomiti è assolutamente anomala. Esistono diverse possibilità e diversi percorsi per salire fino ai 2400m della cima.
Noi, per comodità, abbiamo lasciato la macchina poco distante dall’abitato di Sorarù, paesino tra Alleghe e Sottoguda.
Abbandonata la carraia percorriamo a destra la deviazione per la cima del sasso bianco: un sentiero segnato ma privo di numerazione.
Dopo pochi minuti sulla destra sale ripido un canalone erboso che superiamo continuando il sentiero, ora divenuto tortuoso, che grazie ad un ampio giro conduce ad una sella (m 2100) che separa il sasso nero dal sasso bianco.
Il panorama muta decisamente, la vista è stupenda e sia apre sulla valle dell’agordino.
Finalmente vediamo la cima e i suoi pendii ripidi non ci fanno rimpiangere la neve che con queste inclinazione renderebbe la salita pericolosa e forse sconsigliata.
Gli ultimi metri sono faticosi, ma una volta raggiunto il punto più alto ci rendiamo conto di trovarci su una terrazza naturale da cui osservare praticamente tutte le dolomiti.
Vi lascio con una panoramica di ciò che si può vedere dalla cima del Sasso Bianco
Se volete salire il sasso bianco non sottovalutate l’escursione perché, anche se non presenta difficoltà alpinistiche, occorre superare un notevole dislivello positivo (da Sorarù 1400m d+).
Punti di appoggio:
Nessuno.
Tempio impiegato (salita e discesa):
5 ore
Note:
Birra non filtrata e toast presso https://www.lamurada.org